A mio padre, che da bambina mi regalò l'amore per l'arte chiuso dentro una scatola da 36 pastelli, che lui chiamava simpaticamente pitturini. Da allora non ho potuto fare altro che ritrarre le emozioni celate dietro gli sguardi delle persone, per cogliere le sfumature più intime e nascoste del loro essere.
Biografia

Pittrice, nata a Cesena nel 1951. Dopo una esperienza di 13 anni nel mondo dell'alta moda, si dedica appieno alla sua arte, intraprendendo un cammino di introspezione e sperimentazione, ancora oggi non concluso ed in continua evoluzione.
Il suo mondo interiore si rivela in dipinti che spaziano dal nudo alla natura morta, dal tema sacro al paesaggio, trovando nel ritratto la sua massima espressione. Ha esposto in varie città ottenendo premi e conoscimenti. Hanno scritto di lei vari critici, tra cui Bertacchini e Perdicaro.
Il poeta e scrittore romagnolo Duilio Farneti le ha dedicato una toccante poesia ispirandosi ai suoi quadri. È stata selezionata dalla Round Table n.7 di Bologna per rappresentare i valori attraverso alcune opere pittoriche consegnate ad illustri personaggi quali: Jan Slangen, Comandante della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori, Stefano Cordero di Montezemolo, Economista, Giovanni Poggiali, Industriale ravennate e titolare della tenuta Felsina di Castelnuovo Berardenga (SI), Averardo Orta, presidente AIOP della provincia di Bologna, Maurizio Marchesini, Industriale Bolognese e Presidente Confindustria Emilia Romagna.
Le sue opere sono in collezioni pubbliche e private.

Quando, con la sua mano inzaccherata nei colori dell’iride,
il Creatore della Genesi tracciò nella volta celeste la curva dell’arcobaleno,
forse non sapeva di aver creato in quel frammento di eternità,
il mondo meraviglioso della pittura e, di riflesso, dell’arte e della poesia.
Ed ecco, una vernice dedicata alla fame nel modo, o alla tragedia dell’uomo;
o la passione di un Cristo che piange sulla piaga della droga.
O povere ali saranno che arrancano stanche su di un mare in agonia;
o un Pierrot costretto a ridere.
Forse è questo il miracolo della creatività di Maria Antonietta,
che trae da quel mondo artistico e umano insieme,
spinto dal divino afflato che le canta sovrano nel cuore,
dove sono rimaste ombra e luce,
primordiali immagini di uno stupendo subconscio.
E tutto ciò nel nome di un segno che traccia l’armonico accostamento dell’antico al nuovo,
nel grande miracolo che sa cogliere due grandi respiri in un unico fiato.
In un mondo consumistico, logoro, elettronico, fatto di droga e di paura
dove i minuti del pendolo non sono più sufficienti a ricucire il dialogo con i nostri simili,
la pittrice della nostra terra, con la lue della sua lampada accesa,
ritorna a farti vivere in un caleidoscopio perduto, gli eterni valori che contano;
per farti sentire monello di nuovo
che in punta di piedi insegue io colori stupendi di una farfalla.
Di quella farfalla che verrà a posarsi sulla trasparenza della tua finestra
perché “l’uomo del 2000” , vivendo al centro di una grande confusione,
non abbia a piangere di solitudine.
Duilio Farneti